Ogni volta che una crisi incombe sulla nostra economia, le aziende che hanno la capacità di cambiare, di adattarsi, in una parola: di innovarsi, superano l’ostacolo ‘crisi’ diventando ancora più forti di prima.
Ma nonostante tutti siano d’accordo con i vantaggi e le opportunità che porta questo processo, il cambiamento è una fatica, che le aziende, o meglio le persone che le compongono, non sono naturalmente portati a compiere.
Il cambiamento è faticoso per tutti, ci costringe a mettere in discussione quello che facciamo.
Chiunque voglia intraprendere il percorso dell’innovazione, si troverà a scontrarsi con una serie di atteggiamenti di chi all’interno dell’azienda non vuole saperne e teme che anche un minimo cambiamento, possa intaccare le proprie abitudini o peggio ancora il proprio ruolo.
Questi sono alcuni degli atteggiamenti che ostacolano l’innovazione e che la percepiscono come una vera e propria minaccia.
L’integralista: “Abbiamo sempre fatto così”
Colui che non prende neppure in considerazione una proposta di cambiamento, semplicemente la rigetta a prescindere. C’è solo un modo giusto di fare le cose: il proprio.
Il fuggitivo: “Ci penseremo“
Ufficialmente non è contro il cambiamento, ma lo insabbia secondo i poteri a sua disposizione, così che non lo si possa incolpare di ostruzione.
L’alienato
È abituato a svolgere sempre e solo determinati compiti allo stesso modo, in modo ripetitivo. È incapace di pensare diversamente dalle proprie abitudini.
Se l’alienato occupa posizioni di leadership… sono guai.
Il rassegnato – “Sì, ma… non funzionerà”
Sembra che la vita lo abbia ridotto così a forza di delusioni e adesso non crede più che si possa migliorare qualcosa. In qualche modo bisogna dimostrargli che si può, così che riprenda fiducia negli altri e in se stesso.
Lo scaricabarile – “Si, facciamolo! Te ne occupi tu?“
Infine un ultimo “nemico” che si nasconde dietro un finto alleato. Di fronte ad ogni proposta si dimostra partecipe ed interessato purché non ne sia coinvolto. La sua filosofia di “armiamoci e partite!” è tipica di chi sfugge dalle proprie responsabilità ed è abile sia nell’acquisire meriti in caso di successo, sia nello sfuggire davanti agli insuccessi.

I nemici dell’innovazione non sono sempre e solo delle persone, ma degli atteggiamenti che sono anche dentro di noi. Se siamo capaci di riconoscere questi ostacoli anche in noi stessi e non solo negli altri, saremo capaci di comprendere le difficoltà che incontrano le persone che dovremo coinvolgere nel processo di cambiamento. Entreremo in empatia con loro.
A nessuno piace che qualcun altro cambi le proprie abitudini, buone o sbagliate che siano, ma se ognuno di noi è parte attiva del cambiamento, saremo più preposti a dare il nostro contributo e la nostra disponibilità all’innovazione.

Per affrontare con serenità e successo il processo di cambiamento è quindi opportuno conoscere a fondo le difficoltà che incontreremo e pianificare nel dettaglio come agire.
Diversamente potremo anche avere un ottimo processo di cambiamento, ma risulterà difficile renderlo attuabile.

“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.” (Da L’arte della guerra di Sun Tzu)